(Dott. Marco Briganti Fisioterapista – OMPT – Osteopata D.O.)

Chang ZYS et al., hanno indagato l’importanza di un “corretto” stile di corsa analizzando alcune variabili biomeccaniche. Gli autori hanno realizzato un RCT con 320 runner sani, i quali (calzando le abituali scarpe da corsa) sono stati sottoposti a una valutazione biomeccanica su tapis roulant da laboratorio a 8 e 12 km/h.

I partecipanti sono stati quindi assegnati in modo casuale o al gruppo di retraining (una sorta di riprogrammazione) dello stile di corsa o al gruppo di controllo.  Nel gruppo sperimentale (n = 166), i partecipanti hanno ricevuto 2 settimane di rieducazione della deambulazione attraverso un feedback visivo basato su un focus attentivo esterno finalizzato a prendere coscienza del proprio modo di correre. I partecipanti del gruppo di controllo (n = 154) hanno corso su tapis roulant ma senza feedback visivo. Tempo di allenamento tra i 2 gruppi identico.

Alla fine dell’allenamento i soggetti sono stati analizzati e sono stati identificati i loro profili d’infortunio post-allenamento. Tutti i runner sono stati monitorati con follow-up fino a 12 mesi attraverso un data base online. Gli autori hanno registrato la vertical everage loading rate (VALR) e la vertical instantaneous loading rate (VILR) che si riferiscono rispettivamente alla velocità media di carico verticale e alla velocità di carico istantaneo. I risultati indicano che un programma di retraining sembra essere efficace nel controllo e riduzione della velocità di raggiungimento del massimo carico nella fase di primo contatto del piede al suolo e nella riduzione dell’entità del carico stesso. Ciò si è tradotto in un tasso d’infortunio muscoloscheletrico più basso del 62% nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo.

I dati ottenuti da Chang sembrano essere confermati da Bowser BJ et al., questi hanno esaminato l’effetto a breve e a lungo termine di un programma di retraining dello stile di corsa finalizzato a rendere più “morbida” la modalità di corsa dei runners caratterizzati da elevato carico d’impatto. Le variabili d’interesse includevano: picco di stress tibiale (TS), picco d’impatto verticale (VIP), VALR e VILR. Queste variabili sono state rivalutate a intervalli successivi alla fase di retraining con un follow-up di un anno, periodo durante il quale sono stati registrati gli infortuni presi in esame: fratture da stress, dolore femoro-rotuleo e fascite plantare.

I runners con elevato TS sono stati monitorati per 8 sessioni di allenamento su tapis roulant nell’arco di 2 settimane aumentando gradualmente il tempo di corsa da 15 a 30 minuti. In seguito si è passati a un periodo di riaddestramento della corsa per più di due settimane utilizzando lo stesso protocollo in termini di tempo e sessioni di allenamento. Contemporaneamente è stato fornito un feedback in tempo reale (durante la corsa) relativo ai valori dello ST. Il feedback è stato gradualmente rimosso durante le ultime 4 sessioni. Tutte le variabili analizzate sono state giudicate come “ridotte” dopo il periodo di retraining (p <0,001). Lo TS è stato ridotto del 32%, il VIP del 21%, la VILR del 27% e la VALR del 25%. Gli stessi risultati sono stati ritrovati al follow-up di un anno. Gli autori sono concordi nell’indicare che il carico d’impatto può essere ridotto attraverso la rieducazione del passo e che i risultati durano almeno un anno. Poiché il carico da impatto è associato a infortuni, questo semplice intervento può fornire un potente metodo per ridurre il rischio di lesioni muscoloscheletriche nei runner.

  • Chan ZYS, Zhang JH, Au IPH, An WW, Shum GLK, Ng GYF, Cheung RTH. Gait Retraining for the Reduction of Injury Occurrence in Novice Distance Runners: 1-Year Follow-up of a Randomized Controlled Trial. Am J Sports Med. 2018 Feb;46(2):388-395.
  • Bowser BJ, Fellin R, Milner CE, Pohl MB, Davis IS. Reducing Impact Loading in  Runners: A One-Year Follow-up. Med Sci Sports Exerc. 2018 Jul 2.